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Finanziamenti a fondo perduto: quando non devi rendere conto degli investimenti che desideri fare.

Finanziamenti a fondo perduto col Decreto Sostegni BIS 2021

Tempo di Lettura: 7 minuti
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Finanziamenti a fondo perduto

Denaro liquido o credito d’imposta sono a disposizione per chi fa domanda per il contributo a fondo perduto previsto dal Decreto Sostegni Bis (il primo a cui facciamo riferimento è il decreto legge n. 41 del 22 marzo 2021). Le domande per il fondo perduto agenzia entrate potranno essere presentate entro il 28 maggio per ottenere un bonus a favore dei soggetti che svolgono attività d’impresa, arte o professione e di reddito agrario, titolari di partita IVA che risiedono o che si siano stabiliti in Italia. L’erogazione della sovvenzione, come detto, può avvenire sotto forma di una somma di denaro oppure utilizzando l’intero importo come credito di imposta: la scelta sarà irrevocabile.

Attualmente sono stati erogati oltre 4 miliardi di euro a livello nazionale sotto forma di contributi a fondo perduto (come indicato qui dal nostro articolo precedente), per la maggior parte sotto forma di accredito diretto su conto corrente. Il Decreto Sostegni BIS aumenta la portata di questa disposizione, mettendo a disposizione altri 14 miliardi di euro per questo incentivo. La necessità di fare dei calcoli più realistici e di continuare a dare supporto alle aziende ha difatti introdotto delle novità nel modo di calcolare il contributo spettante (come andremo ad analizzare nel corso dell’articolo) offrendo la possibilità di spostare il periodo di riferimento di 3 mesi. Molte aziende, difatti, non avevano avuto ripercussioni nel primo trimestre dell’anno 2020, mentre la situazione pandemica si è notevolmente acuita nei mesi successivi. Il metodo del doppio binario consente quindi di fare una valutazione sulla situazione PRE pandemia e non solo sulla base dell’interno anno 2020 durante il quale, come sappiamo, le aziende hanno avuto un andamento molto differente dopo il periodo di lock down.

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Tabella dei Contenuti

Contributo a fondo perduto, finanziamento agevolato, contributo in conto interessi: le differenze

Prima di esaminare requisiti, modalità di calcolo e motivi di esclusione del Decreto Sostegni Bis, precisiamo cosa si intende per contributo a fondo perduto, esaminando quindi la differenza fra prestiti bancari a fondo perduto e le altre forme di prestiti agevolati esistenti.

Contributi a fondo perduto

Conosciuto anche come contributo in conto capitale, il prestito a fondo perduto viene offerto dall’ente pubblico all’azienda richiedente e non prevede alcun tipo di rimborso. L’ente può essere rappresentato dalla Regione, dal Comune, dalla Camera di Commercio o Ministero: erogherà il contributo semplicemente senza chiedere niente in cambio. Solitamente questo tipo di aiuto è finalizzato all’acquisto di beni o servizi utili allo sviluppo, alla crescita e alla digitalizzazione. Raramente il 100% delle spese presentate viene coperto, spesso la percentuale di reale “fondo perduto” varia dal 40% all’80%.

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Finanziamento agevolato

Trattasi sempre di un contributo per l’acquisto di beni e servizi da parte di PMI tramite finanziamenti a tassi agevolati inferiori ai tassi di mercato, solitamente con tassi compresi fra lo 0% / 0,5%. Spesso questo tipo di sovvenzioni coprono la gran parte delle spese (se non tutte le spese) presentate dall’azienda e concesse dal bando.

Contributo in conto interessi

In questa particolare forma di agevolazione il contributo copre soltanto gli interessi che si stanno pagando su di un prestito o su di un mutuo. Quindi i calcoli sono effettuati non sul valore del bene o del servizio ma solo sugli interessi passivi pagati. Di solito questa è una misura “accompagnata” da altre forme incentivanti, come i contributi a fondo perduto.

Requisiti per finaziamenti a fondo perduto

Principalmente i requisiti riguardano l’anzianità dell’azienda, cioè quanto tempo è stata aperta prima del Decreto Sostegni (deve infatti essere stata aperta prima che il decreto sia entrato in vigore), i ricavi massimi e le perdite rispetto ad un periodo di riferimento (valutazione che con il Sostegni Bis è cambiata). Nel dettaglio:

  • partita IVA attivata al 23 marzo 2021 (cioè la data di entrata in vigore del decreto);
  • ricavi o compensi non superiori a € 10.000.000,00 per l’anno 2019;
  • dimostrare un calo di fatturato nell’anno 2020 rispetto all’anno 2019. Dovrà essere nell’ordine del 30% rispetto al periodo di confronto corrispondente dell’anno precedente.
    • NB: un’eccezione verrà fatta per le aziende che avranno attivato la loro posizione a partire dal 1 gennaio 2019: queste aziende non dovranno dimostrare nessun calo di fatturato.

Contributo a fondo perduto decreto rilancio bis: la nuova modalità di calcolo

Come accennato in precedenza, il Decreto Sostegni bis presenta una variazione nella valutazione del calo del proprio fatturato. Difatti, insieme alla conferma di un budget esteso grazie allo stanziamento di altri 14 miliari di euro, è stato introdotto il concetto del doppio binario: il calcolo delle perdite si baserà sempre sul fatturato, permettendo però una variazione del periodo di riferimento da usare. Si potrà scegliere fra:

  • confronto 2019 vs 2020: in tal caso il contributo resterà uguale a quello in via di erogazione in queste settimane, essendo inoltrato in automatico a chi ha già inoltrato domanda e ha già ricevuto il bonifico dall’Agenzia delle Entrate;
  • confronto tra periodo 1 aprile 2019 – 31 marzo 2020 vs 1 aprile 2020 – 31 marzo 2021.

Ovviamente, come in occasione di altre forme incentivanti, il contributo a fondo perduto non concorrerà a formazione di base imponibile per le imposte sui redditi.

Bonus Fondo Perduto: quanto spetta

A quanto ammonterà il bonus fondo perduto 2021? Il contributo totale non potrà essere superiore ad € 150.000.000 e sarà determinato applicando una percentuale specifica (che corrisponderà ai ricavi ottenuti) alla differenza fra l’importo della media mensile del fatturato dell’anno 2020 e importo analogo dell’anno 2019.

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Ecco le percentuali utili per calcolare l’ammontare del contributo:

  • 60%: ricavi o compensi pari o inferiori ad € 100.000 per l’anno 2019 rispetto a quello in corso;
  • 50%: ricavi o compensi eccedenti € 100.000 e pari o inferiori ad € 400.000 e per l’anno 2019 rispetto a quello in corso;
  • 40%: ricavi o compensi eccedenti € 400.000 e pari o inferiori ad € 1.000.000 e per l’anno 2019 rispetto a quello in corso;
  • 30%: ricavi o compensi eccedenti € 1.000.000 e pari o inferiori ad € 5.000.000 e per l’anno 2019 rispetto a quello in corso;
  • 20%: ricavi o compensi eccedenti € 5.000.000 e pari o inferiori ad € 10.000.000 e per l’anno 2019 rispetto a quello in corso.

Fondo perduto partite IVA: Come effettuare il calcolo

Contributo a fondo perduto: a chi spetta? Come indicato in precedenza, dovrà essere presentata domanda entro il 28 maggio e il calcolo sarà effettuato così:

  • soggetti con partita IVA attiva prima del 31 dicembre 2018:
    in caso di differenza negativa fra la media mensile del fatturato e le somme corrispondenti dell’anno 2020 e la media mensile dell’anno 2019 (negativa almeno del 30%, rappresentando questo il requisito di accesso al contributo), a tale importo preso in valore assoluto si applica la percentuale prevista in relazione alla fascia dei ricavi 2019, fermo restando il riconoscimento del contributo minimo se superiore.
  • soggetti con partita Iva attiva dopo 1° gennaio 2019:
    • in caso di differenza negativa (superiore, pari o inferiore al 30%) fra la media mensile del fatturato e corrispettivi dell’anno 2020 e la media mensile dell’anno 2019, a tale importo si applica la percentuale prevista, fermo restando il riconoscimento del contributo minimo;
    • in caso di differenza pari a 0 o positiva fra la media mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2020 e la media mensile dell’anno 2019, spetta l’importo minimo del contributo.

In presenza dei requisiti di accesso, per le persone fisiche il contributo è quindi comunque riconosciuto per un importo minimo di € 1.000,00, mentre per i soggetti diversi dalle persone fisiche vengono riconosciuti € 2.000,00.

Come accedere ai contributi a fondo perduto?

Per poter ottenere il contributo, se in possesso dei requisiti elencato precedentemente, si dovrà fare domanda all’Agenzia delle Entrate via telematica. Rimandiamo alla sezione Informative Tecniche & Risorse Consulenziali per il link per modelli ed istruzioni offerti dall’Agenzia delle Entrate.

Come controllare lo stato della domanda per i Contributi a fondo perduto

Presentando la domanda presso l’Agenzia delle Entrate in modalità telematica, si avrà accesso all’apposita area privata disponibile proprio per verificare lo stato della richiesta effettuata, recandosi nella sezione “Fatture e corrispettivi”.

Nella sezione “Consultazione Esito” (appartenente alla sezione “Contributi a fondo perduto”) si potranno ricevere diverse indicazioni, come ad esempio per la domanda “sospesa”, indicante che, dopo le prime verifiche, sono sorte delle omissioni nella documentazione presentata. Sarà necessario presentare istanza sostitutiva entro il 28 maggio 2021. Un esito negativo, invece, verrà seguito dal rilascio di una ricevuta di scarto; medesima la situazione di una valutazione positiva, alla quale seguirà il rilascio di una ricevuta confermante la presa in carico della domanda.

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Fattori di esclusione per i contributi

Il decreto Sostegni bis dovrà essere confermato sia per quel che riguarda le percentuali, sia per le categoria escluse dal bonus. In attesa di informazione specifiche, andiamo ad elencare le categorie escluse in precedenza:

  • partite IVA aperte dopo il 23 marzo 2021 (tale regola non è valevole per gli eredi che, per proseguire l’attività del de cuius titolare di partita IVA prima di tale data, aprano una partita IVA dopo l’entrata in vigore del decreto Sostegni);
  • partite IVA / attività cessate alla data del 23 marzo 2021;
  • enti pubblici di cui all’art. 74 del TUIR;
  • intermediari finanziari e società di partecipazione di cui all’art.162-bis del TUIR.

Contributi per i costi fissi

Analizzando la bozza del sostegni bis, emergono indicazioni su misure pensate per affrontare i costi fissi delle imprese, come ad esempio i canoni di locazione, prevedendo quindi 3 miliardi di € per compensare tali costi fissi. Per favorire la liquidità delle aziende viene previsto un credito d’imposta per i canoni di locazione, disponibile per le aziende e gli esercizi commerciali che rientrano nella soglia di perdite che permette di accedere ai contribuiti a fondo perduto: 2,26 miliardi il fondo stanziato. Inoltre i comuni potranno destinare circa 600 milioni di € agli sconti da effettuare sulla Tari.

Menzioniamo anche quanto stabilito per l’esenzione dall’acconto IMU (stanziati 216 milioni) e per l’esenzione dal canone unico per occupazione di suolo pubblico (165 milioni fino al 31 dicembre). Da segnalare anche l’esenzione biennale dal ticket per controlli medici dedicato a coloro che si sono ammalati di coronavirus. Possibile inoltre ottenere l’esenzione dell’imposta di registro e delle imposte ipotecaria e di catastali per i giovani under 36 che acquisteranno la loro prima casa (non si applica in caso di acquisto di abitazioni signorili “A1”, ville “A8” e castelli “A9”). Da non dimenticare misure atte all’incentivazione dei settori colpiti dalla recente emergenza sanitaria, come il Bonus Vacanze (introdotto dal Decreto Rilancio e perfezionato dal presente decreto), che mette a disposizione un contributo fino ad € 500,00 per vacanze con il proprio nucleo familiare presso strutture nel territorio italiano come alberghi, campeggi, villaggi turistici, agriturismi e bed & breakfast.

Informative Tecniche & Risorse Consulenziali per il Decreto Sostegno

F.A.Q. per Finanziamenti a fondo perduto col Decreto Sostegni BIS 2021

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