Il Bonus badanti rientra nelle misure previste nel decreto PNRR approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 26 febbraio 2024 che contiene diversi provvedimenti in materia di lavoro, in particolare sulla salute e sulla sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori. La misura ha come obiettivi quelli di rafforzare e potenziare i servizi di assistenza alle persone anziane non autosufficienti e regolarizzare le prestazioni professionali che li riguardano.
Infatti, il Bonus badanti prevede lo sgravio totale sui contributi dei lavoratori e delle lavoratrici domestiche che assistono un soggetto anziano non autosufficiente.
Vediamo insieme come funziona il bonus badanti INPS e chi ne ha diritto.
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Tabella dei Contenuti
Come funziona il Bonus Badanti
Il Bonus badanti consiste nell’esonero totale per al massimo due anni sui contributi assistenziali e previdenziali che il datore di lavoro verso per i lavoratori e lavoratrici domestiche.
Questo sgravio contributo totale può arrivare fino a 3.000 euro annui e se ne può usufruire solo alle seguenti condizioni:
- avere un ISEE che non supera i 6.000 euro annui;
- il lavoratore domestico deve assistere una persona anziana non autosufficiente over 80 anni;
- il datore di lavoro deve assumere la badante a tempo indeterminato o trasformare il rapporto a tempo determinato in un contratto stabile;
- l’anziano over 80 assistito deve beneficiare dell’indennità di accompagnamento.
La misura partirà il primo aprile 2024 e sarà in essere fino al 31 dicembre 2025 con un finanziamento governativo di 137 milioni di euro, 10 milioni per il 2024 e 39,9 milioni per il 2025, mentre per gli anni successivi sono stati previsti 58,8 milioni per il 2026, 27,9 milioni per il 2027 e 0,6 milioni per il 2028.
A chi spetta il Bonus badanti
Il Bonus badanti riguarda i rapporti di lavoro tra datori e lavoratori domestici neo assunti a tempo indeterminato o titolari di contratti a tempo determinato trasformati in rapporti stabili.
Invece, non possono usufruire della misura i datori che hanno terminato da meno di sei mesi la collaborazione con la stessa badante ed i parenti e gli affini che svolgono lavoro domestico a meno che questi ultimi:
- prestino assistenza ad invalidi di guerra civili e militari, invalidi per causa di servizio, invalidi del lavoro, che prendono l’indennità di accompagnamento;
- assistono mutilati ed invalidi civili che beneficiano delle prestazioni relative alla loro condizione o ne siano estromessi per via di parametri economici;
- diano assistenza a ciechi civili che usufruiscono delle misure legate alla loro condizione o non le ricevono a causa dello sforamento dei limiti di reddito previsti;
- assistano sacerdoti secolari cattolici;
- fanno assistenza diretta e personale a persone appartenenti a comunità religiose o militari familiari.
Ancora non sono state comunicate le modalità di invio della domanda per il Bonus badanti ma la finestra temporale per poter farne richiesta è dal primo aprile 2024 al 31 dicembre 2025 per i due anni di sgravio contributivo totale per i datori di lavoro che assumono lavoratori e lavoratrici domestiche a tempo indeterminato per anziani over 80 non autosufficienti titolari di indennità di accompagnamento.
Il Bonus colf e badanti
Per il triennio 2023-2025 è previsto anche il Bonus colf e badanti a rimborso per i datori di lavoro che hanno versato la retribuzione dei lavoratori e delle lavoratrici domestiche che assistono soggetti non autosufficienti.
La misura è un contributo erogato da CassaColf di 300 euro al mese per un massimo di 3.600 euro annui per le spese di retribuzione delle colf e delle badanti.
Anche questo bonus prevede l’assunzione a tempo indeterminato delle badanti o la conversione dei rapporti a tempo determinato a stabili per contrastare l’irregolarità del settore e potenziare i servizi di assistenza agli anziani e non rientra nel calcolo delle deduzioni fiscali sui contributi dei lavoratori domestici.
Vediamo insieme cosa è il Bonus colf e badanti e come funziona.
Cosa è il Bonus colf e badanti
Il Bonus colf e badanti fa parte delle misure che riguardano il settore dell’assistenza a persone non autosufficienti come la deduzione del 19 per cento sui contributi previdenziali ed assistenziali delle lavoratrici e dei lavoratori di questo settore fino ad un massimo di 2.100 euro di spesa per i datori di lavoro con reddito fino a 40.000 euro annui.
La deduzione per i contributi di colf e badanti è ottenibile con la presentazione della dichiarazione dei redditi mentre il Bonus colf e badanti è un contributo strutturale erogato da CassaColf e presente nel suo regolamento.
Entrambi i bonus sono cumulabili ed il Bonus colf e badanti prevede il rimborso per i datori di lavoro di 300 euro al mese ed al massimo 3.600 euro annui per le spese retributive a lavoratori e lavoratrici domestiche che assistono una persona non autosufficiente ed altri 300 euro una tantum per assumere una badante per sostituzione di maternità.
Per accedere al Bonus colf e badanti è necessario:
- il versamento di un anno di contributi a CassaColf per un minimo di 25 euro per quattro trimestri consecutivi;
- il collaboratore domestico deve aver effettuato l‘iscrizione alla CassaColf prima di aver compiuto sessanta anni;
- l’assistito deve essere in stato di non autosufficienza certificata permanente.
Sarà CassaColf ha verificare che queste condizioni siano realmente presenti per riconoscere il Bonus colf e badanti.
Come richiedere il Bonus colf e badanti
La richiesta per avere il Bonus colf e badanti deve essere fatta a CassaColf allegando:
- il Questionario di valutazione del medico curante;
- la relazione medica che attesti lo stato di non autosufficienza dell’assistito;
- tutta la documentazione sanitaria che si possiede.
Per i 300 euro una tantum in sostituzione di maternità bisogna allegare la documentazione che dimostri l’assunzione del sostituto.
La documentazione medica deve illustrare le cause della perdita della autosufficienza, intesa come l’incapacità a svolgere in autonomia le attività della vita quotidiana.
Non rientrano nel Bonus colf e badanti i lavoratori domestici che sono parenti o affini e i collaboratori che hanno terminato il rapporto di lavoro da meno di due anni.
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